Capital Group: Outlook economico: maggiore incertezza, minore crescita

Pubblicato il 10/06/2025 - Capital International Management Company SARL
Esistono vari termini per descrivere l'outlook dell'economia statunitense e mondiale, ma a metà del 2025 uno è predominante: incertezza.

 

La mancanza di chiarezza sulla politica commerciale degli Stati Uniti, in primis l'aumento dei dazi, ha provocato uno shock nell'economia globale. Per la prima volta dal 2022 il PIL degli Stati Uniti è diminuito nel primo trimestre. Alcune società hanno smesso di pubblicare guidance, gli investimenti in conto capitale sono stati rinviati, i volumi delle merci sono crollati nei principali porti e le assunzioni sono rallentate.

Con l'aumentare dell'incertezza politica, calano le previsioni sulla crescita economica globale. Sono state pubblicate revisioni al ribasso per Stati Uniti, Europa, Giappone e molti mercati emergenti, secondo gli ultimi dati disponibili del Fondo Monetario Internazionale. I recenti negoziati commerciali che hanno coinvolto Stati Uniti, Europa e Cina sono incoraggianti, ma resta ancora molto da fare.

Le proiezioni di crescita economica sono in calo ovunque

Questo grafico presenta una serie di barre orizzontali che mostrano le stime del Fondo Monetario Internazionale relative alla crescita del PIL reale per il 2025, confrontando le proiezioni di ottobre 2024 e aprile 2025, entrambe riportate per ciascuna regione. Per i mercati emergenti la stima di aprile 2025 era del 3,7% contro il 4,2% di ottobre 2024. Per il mondo la stima di aprile 2025 era del 2,8% contro il 3,2% di ottobre 2024. Per il Canada la stima di aprile 2025 era dell'1,4% contro il 2,4% di orrobre. 2024. Per gli Stati Uniti la stima di aprile 2025 era dell'1,8% contro il 2,2% di ottobre 2024. Per l'area euro la stima di aprile 2025 era dello 0,8% contro l'1,2% di ottobre 2024. Per il Giappone la stima di aprile 2025 era dello 0,6% contro l'1,1% di ottobre 2024. Questo grafico presenta una serie di barre orizzontali che mostrano le stime del Fondo Monetario Internazionale relative alla crescita del PIL reale per il 2025, confrontando le proiezioni di ottobre 2024 e aprile 2025, entrambe riportate per ciascuna regione. Per i mercati emergenti la stima di aprile 2025 era del 3,7% contro il 4,2% di ottobre 2024. Per il mondo la stima di aprile 2025 era del 2,8% contro il 3,2% di ottobre 2024. Per il Canada la stima di aprile 2025 era dell'1,4% contro il 2,4% di orrobre. 2024. Per gli Stati Uniti la stima di aprile 2025 era dell'1,8% contro il 2,2% di ottobre 2024. Per l'area euro la stima di aprile 2025 era dello 0,8% contro l'1,2% di ottobre 2024. Per il Giappone la stima di aprile 2025 era dello 0,6% contro l'1,1% di ottobre 2024.

Fonti: Fondo Monetario Internazionale, World Economic Outlook, aprile 2025. Riflette le ultime proiezioni dell'FMI al 31 maggio 2025. Il PIL reale è corretto per l'inflazione, in modo da fornire un'indicazione più accurata della crescita economica.

“Molte aziende stanno optando per una pausa perché non sanno quali saranno le regole tra una settimana, un mese o un anno”, spiega Darrell Spence, economista di Capital Group. “Anche se alcuni dazi alla fine saranno ridotti o revocati, questa pausa avrà un impatto. Se questo determinerà o meno una recessione rimane da vedere, ma aumenta notevolmente il rischio.”

In un certo senso, l'incertezza è diventata un dato economico da tenere in considerazione, proprio come altri dati quantitativi quali l'occupazione, i consumi e gli investimenti delle imprese, aggiunge Spence. “Credo che gran parte delle previsioni economiche attuali siano in realtà previsioni politiche, ma la politica può cambiare rapidamente.”

Ritorna la volatilità nei mercati

La volatilità dei mercati è aumentata notevolmente nella prima metà dell'anno, quando gli Stati Uniti hanno introdotto una serie di nuovi dazi nei confronti di quasi tutti i loro partner commerciali, compresi Canada, Messico e Cina. Seguendo uno schema ormai familiare, la notizia ha scosso i mercati azionari e obbligazionari, seguita da ingenti rally quando i dazi sono stati successivamente ridotti o sospesi.

Alla fine di maggio le azioni statunitensi, rappresentate dall'indice S&P 500, avevano recuperato quasi tutte le perdite precedenti, grazie al favorevole orientamento degli investitori verso le probabilità di revisione degli accordi commerciali.

“Probabilmente abbiamo raggiunto il picco di incertezza ad aprile”, afferma Jody Jonsson, gestore di portafogli azionari. In quel momento è stata annunciata la più ingente serie di dazi, in quello che il Presidente Donald Trump ha definito il “Liberation Day”. “Da allora abbiamo assistito ad alcuni progressi incoraggianti. Se riusciremo a risolvere gran parte di questa incertezza, penso che i mercati potrebbero evidenziare un andamento più regolare nella seconda metà dell'anno.”

Quattro scenari per un riassetto globale

Facendo un passo indietro e guardando al quadro generale, Jonsson osserva che il mondo sta chiaramente cambiando secondo modalità che non si vedevano da decenni. Questo riassetto globale – politico, militare, economico – è dirompente e probabilmente rimarrà tale fino a quando non prenderà forma un nuovo ordine.

“Siamo nel mezzo di una ristrutturazione fondamentale dell'assetto geopolitico in vigore dalla fine della seconda guerra mondiale”, afferma. “Il sistema globale integrato su cui abbiamo fatto affidamento negli ultimi decenni sta cambiando rapidamente e in futuro potrebbe apparire molto diverso.”

Il Night Watch, un team di economisti, analisti politici e gestori di portafoglio di Capital Group, sta cercando di comprendere questi cambiamenti attraverso l'analisi degli scenari. Piuttosto che fare previsioni, identifica una serie di potenziali esiti e li collega alle implicazioni per gli investimenti.

Nella sua analisi iniziale, ha identificato quattro scenari su larga scala che potrebbero verificarsi nei prossimi anni, mentre il mondo cerca un nuovo equilibrio. Una guerra commerciale globale e il cambiamento delle alleanze politiche potrebbero rallentare la crescita economica mondiale, aumentare l'inflazione e incrementare il rischio di recessione. D'altra parte, negoziati commerciali rapidi e di successo potrebbero innescare una ripresa dei mercati.

Un mondo in transizione: pianificazione di scenari per il futuro

Una griglia composta da quattro riquadri rappresenta diversi scenari di riassetto globale. L'asse verticale illustra un potenziale cambiamento geopolitico verso alleanze tradizionali (freccia rivolta verso l'alto) o politiche espansionistiche (freccia rivolta verso il basso), mentre l'asse orizzontale indica un potenziale cambiamento verso il disaccoppiamento economico (freccia rivolta verso sinistra) o accordi commerciali (freccia rivolta verso destra). Ogni riquadro elenca i settori che potrebbero trarre vantaggio dal rispettivo scenario, indicati dalle frecce verso l'alto e verso il basso. Il riquadro in alto a sinistra, che illustra lo scenario della guerra commerciale, mostra i settori della difesa e dell'aerospaziale, delle imprese nazionali e dell'automazione contrassegnati da frecce rivolte verso l'alto, a indicare potenziali benefici, mentre i settori dei beni di consumo discrezionali e del commercio globale sono contrassegnati da frecce rivolte verso il basso. Il riquadro in alto a destra, lo scenario dei grandi accordi, mostra frecce verso l'alto per i beni di consumo discrezionali, il settore finanziario e il commercio globale, e frecce verso il basso per i beni di prima necessità, i servizi di pubblica utilità e l'oro. Nel riquadro in basso a sinistra, lo scenario del nazionalismo assertivo, settori quali difesa e aerospaziale, beni di prima necessità e servizi di pubblica utilità, immobiliare e oro sono contrassegnati da frecce verso l'alto, mentre le società cicliche e il dollaro ponderato su base commerciale presentano frecce verso il basso. Infine, lo scenario delle grandi potenze (riquadro in basso a destra) indica potenziali vantaggi per settori quali la difesa e l'aerospaziale, nonché la produzione di cyber e droni, con frecce rivolte verso il basso per i semiconduttori, il rendimento dei Treasury a 10 anni e il commercio globale. Una griglia di quattro riquadri rappresenta diversi scenari di riassetto globale. L'asse verticale illustra un potenziale cambiamento geopolitico verso alleanze tradizionali (freccia rivolta verso l'alto) o politiche espansionistiche (freccia rivolta verso il basso), mentre l'asse orizzontale indica un potenziale cambiamento verso il disaccoppiamento economico (freccia rivolta verso sinistra) o accordi commerciali (freccia rivolta verso destra). Ogni riquadro elenca i settori che potrebbero trarre vantaggio dal rispettivo scenario, indicati dalle frecce verso l'alto e verso il basso. Il riquadro in alto a sinistra, che illustra lo scenario della guerra commerciale, mostra i settori della difesa e dell'aerospaziale, delle imprese nazionali e dell'automazione contrassegnati da frecce rivolte verso l'alto, a indicare potenziali benefici, mentre i settori dei beni di consumo discrezionali e del commercio globale sono contrassegnati da frecce rivolte verso il basso. Il riquadro in alto a destra, lo scenario dei grandi accordi, mostra frecce verso l'alto per i beni di consumo discrezionali, il settore finanziario e il commercio globale, e frecce verso il basso per i beni di prima necessità, i servizi di pubblica utilità e l'oro. Nel riquadro in basso a sinistra, lo scenario del nazionalismo assertivo, settori quali difesa e aerospaziale, beni di prima necessità e servizi di pubblica utilità, immobiliare e oro sono contrassegnati da frecce verso l'alto, mentre le società cicliche e il dollaro ponderato su base commerciale presentano frecce verso il basso. Infine, lo scenario delle grandi potenze (riquadro in basso a destra) indica potenziali vantaggi per settori quali la difesa e l'aerospaziale, nonché la produzione di cyber e droni, con frecce rivolte verso il basso per i semiconduttori, il rendimento dei Treasury a 10 anni e il commercio globale.

Fonte: Capital Group. Gli scenari riflettono l'analisi del team Night Watch di Capital Group ad aprile 2025 e non sono predittivi di risultati futuri. Fonte: Capital Group. Gli scenari riflettono l'analisi del team Night Watch di Capital Group ad aprile 2025 e non sono predittivi di risultati futuri.

Molto dipenderà dall'esito dei negoziati commerciali attualmente in corso ma, data la loro complessità e il gran numero di partner commerciali coinvolti, potrebbe volerci molto tempo per definire i dettagli, afferma Tom Cooney, consulente per la politica internazionale di Capital Group ed ex diplomatico del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

“Ci sono voluti molti anni per costruire l'assetto postbellico e potrebbero volercene molti altri prima che ne emerga uno nuovo”, spiega Cooney. “Gli accordi commerciali, in particolare, richiedono normalmente diversi anni di negoziati, quindi penso che il percorso sarà lungo.”

Le banche centrali verranno in soccorso?

I funzionari delle principali banche centrali mondiali, in primis la Federal Reserve (Fed) statunitense e la Banca Centrale Europea (BCE), stanno osservando con attenzione l'evoluzione degli eventi. La BCE ha già iniziato a tagliare i tassi e molti investitori ritengono che anche la Fed seguirà l'esempio, poiché i dazi minacciano la crescita economica. Tuttavia, l'aumento dei prezzi al consumo rende difficile questa decisione, poiché tassi più bassi potrebbero riaccendere l'inflazione.

Negli Stati Uniti l'inflazione è rimasta elevata negli ultimi mesi, oscillando tra il 2,5% e il 3% su base annua, valore superiore al target del 2% fissato dalla Fed. Ciononostante, gli investitori obbligazionari prevedono che il primo taglio dei tassi da parte della Fed avverrà a luglio, seguito da altri due o tre entro la fine dell'anno.

La Fed dovrebbe allentare la politica monetaria quest'estate

Un grafico a linee mostra l'andamento del tasso target dei Fed Fund statunitensi dal giugno 2022 al dicembre 2024 e tre proiezioni del tasso effettivo mensile sulla base dei prezzi dei futures, fino al giugno 2026. Queste proiezioni sono rappresentate da tre linee separate che si discostano dal tasso reale dei Fed Fund del 4,5% alla fine di maggio 2025. Le date indicate includono il 31 dicembre 2024, il 4 aprile 2025 e il 31 maggio 2025. Il 31 dicembre 2024 il tasso target dei Fed Fund implicito di mercato per giugno 2026 era pari al 3,9% e mostrava un andamento gradualmente al ribasso rispetto ai livelli attuali; il 4 aprile il dato a giugno 2026 è sceso al 3,1%, riflettendo le aspettative di un calo leggermente più marcato dei tassi nel breve termine. Al 31 maggio 2025 il tasso target dei Fed Fund implicito di mercato per giugno 2026 è salito a circa il 3,4%, mostrando un calo più graduale ma comunque costante dei tassi. Un grafico a linee mostra l'andamento del tasso target dei Fed Fund statunitensi dal giugno 2022 al dicembre 2024 e tre proiezioni del tasso effettivo mensile sulla base dei prezzi dei futures, fino al giugno 2026. Queste proiezioni sono rappresentate da tre linee separate che si discostano dal tasso reale dei Fed Fund del 4,5% alla fine di maggio 2025. Le date indicate includono il 31 dicembre 2024, il 4 aprile 2025 e il 31 maggio 2025. Il 31 dicembre 2024 il tasso target dei Fed Fund implicito di mercato per giugno 2026 era pari al 3,9% e mostrava un andamento gradualmente al ribasso rispetto ai livelli attuali; il 4 aprile il dato a giugno 2026 è sceso al 3,1%, riflettendo le aspettative di un calo leggermente più marcato dei tassi nel breve termine. Al 31 maggio 2025 il tasso target dei Fed Fund implicito di mercato per giugno 2026 è salito a circa il 3,4%, mostrando un calo più graduale ma comunque costante dei tassi.

Fonti: Capital Group, Bloomberg Index Services Ltd., Federal Reserve statunitense. Il tasso target dei Fed Fund rispecchia il limite superiore della fascia target del Federal Open Markets Committee (FOMC) per i prestiti overnight tra le banche statunitensi. Al 31 maggio 2025.

“Sebbene l'economia statunitense mostri alcuni segnali di debolezza, l'occupazione rimane forte, quindi la Fed probabilmente non agirà in modo troppo rapido o aggressivo”, afferma Chitrang Purani, gestore di portafogli obbligazionari.

“Finché il mercato del lavoro non subirà un drastico indebolimento, la Fed ha buoni motivi per mantenere un atteggiamento paziente nei confronti dell'inflazione, che rimane al di sopra del target”, spiega Purani. Egli ritiene che la percentuale scontata dal mercato in merito al tasso dei Fed Fund, pari a circa il 3,8% entro la fine dell'anno, in calo rispetto al 4,3% circa di oggi, sia un livello equo sulla base del bilancio dei rischi.

“Mi aspetto un rallentamento della crescita statunitense e globale a causa dei dazi e dell'incertezza legata alla guerra commerciale”, aggiunge, “ma penso che sia troppo presto per parlare di recessione.”

Come evitare una recessione

Cosa deve accadere affinché gli Stati Uniti e il mondo evitino una recessione economica?

Ci sono già segnali che indicano che non accadrà nell'immediato. La maggior parte dei dati economici finora disponibili suggerisce che l'economia statunitense crescerà nel secondo trimestre, afferma Spence. Anche l'aumento del 6% dell'indice S&P 500 a maggio indica che gli investitori non si aspettano un'immediata recessione indotta dai dazi.

“Se il principale responsabile dell'innesco di una recessione è una guerra commerciale, ridimensionarla è ovviamente utile”, afferma Spence. “E nelle ultime settimane è stato fatto. Tuttavia, per eliminare l'incertezza, penso che sia necessario un annuncio sulla fine della guerra commerciale, altrimenti potrebbe essere difficile convincere le imprese e i consumatori ad andare avanti con fiducia.”

Cosa abbiamo imparato? Le flessioni di mercato possono essere difficili da sostenere, ma anziché affidarsi al market timing, gli investitori farebbero bene a mantenere il capitale investito. Per affrontare la volatilità del mercato, dovrebbero puntare alla diversificazione tra azioni e obbligazioni, valutando periodicamente la loro tolleranza al rischio in caso di volatilità elevata. Anche se questa volta potrebbe sembrare diverso, nel corso della storia i mercati hanno dimostrato di saper reagire con resilienza di fronte a guerre, pandemie e crisi di altra natura.

Leggi l'articolo competo sul sito Capital Ideas di Capital Group.


Darrell Spence è un economista con 32 anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/2024). Ha conseguito una laurea in economia presso l'Occidental College. Ha inoltre conseguito la qualifica di Chartered Financial Analyst® ed è membro della National Association for Business Economics. 

Jody Jonsson è vicepresidente di Capital Group, presidente di Capital Research and Management Company e gestore di portafogli azionari. Ha maturato 38 anni di esperienza nel settore degli investimenti (al 31/12/2024). Ha conseguito un MBA a Stanford e un diploma di laurea in economia ad Harvard.    

Tom Cooney è consulente di politica internazionale con 31 anni di esperienza in affari esteri (al 31/12/2024). Ha conseguito un master in affari internazionali presso la University of South Carolina e una laurea in comunicazione presso la Cornell University.

Chitrang Purani è gestore di portafogli obbligazionari con 21 anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/2024). Ha conseguito un MBA presso l’Università di Chicago e una laurea presso la Northern Illinois University. Ha ottenuto anche il titolo di Chartered Financial Analyst®.

Da Capital International Management Company SARL .