L’Azionario Europa alla prova delle crisi di mercato

Pubblicato il 21/04/2020 - Luigi Carta
Nell’articolo “Le Macrocategorie Quantalys. Focus Azionario Europa” abbiamo analizzato nel dettaglio la reazione delle diverse strategie del comparto azionario Europa alla tempesta innescata nei mercati finanziari dalla crisi sanitaria.

L’intento di questa analisi è confrontare la reazione dell’Azionario Europa nelle precedenti crisi di mercato.

Abbiamo preso in considerazione sei diversi eventi così definiti:

  • Bolla internet – 2000: 31/03/2000 – 30/09/2002;
  • Attentati – 2001: 11/09/2001 – 30/09/2001;
  • Fallimento Lehman Brothers: 15/09/2008 – 09/03/2009;
  • Crisi del debito sovrano – 2011: 05/07/2011 – 22/09/2011;
  • Guerra commerciale – 2018: 03/10/2018 – 24/12/2018;
  • Coronavirus – 2020: 19/02/2020 – 16/03/2020.

L’analisi è stata condotta rielaborando in excel i dati ricavati dal tool di Confronto della nostra piattaforma.

È evidente, dai risultati, che l’impatto del Coronavirus sul mercato europeo è paragonabile in termini di dimensione al Fallimento di Lehman Brothers del 2008 e alla Bolla internet del 2000. Il Fallimento di Lehman e, soprattutto, la Bolla internet hanno avuto ripercussioni ancora più forti sul mercato europeo; solo l’Azionario Europa Value ha un crollo tendenzilamente omogeneo in tutti e tre gli eventi: -36,84% nella Bolla internet, -38,78% nel Fallimento di Lehman e -35% nel Coronavirus. La dimensione del crollo registrato durante gli attentati terroristici alle Torri Gemelle nel 2001, a confronto, si può considerare del tutto irrilevante e questo è legato al fatto che tale evento ha condizionato i mercati più per ragioni emotive e di panic selling piuttosto che per le sue eventuali ricadute sulla stabilità e sulla crescita economica. L’impatto della Guerra commerciale sul mercato europeo è stato più contenuto rispetto alla Crisi del debito sovrano: la guerra commerciale, per quanto una sua deriva avrebbe sicuramente avuto ripercussioni preoccupanti a livello globale, ha visto come principali protagonisti l’America e la Cina; al contrario la crisi del debito sovrano ha coinvolto principalmente il continente europeo e in modo particolare i paesi PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna).

La strategia delle small cap risulta la più penalizzata in 4 eventi analizzati su 6: fanno eccezione la crisi del debito sovrano e il Coronavirus quando il maggior crollo è stato registrato dalla strategia value (rispettivamente – 22,14% e -35%). La strategia growth è la più difnesiva in 3 eventi su 6: nel Fallimento di Lehman, nella cirsi del debito sovrano e durante il Coronavirus è lo stile growth a vincere (rsipettivamente -36,78% , -17,86% e -30,69%); durante la Bolla Internet (-36,84%) e durante la guerra commerciale (-13,09%) questo ruolo è stato svolto dal mondo value, negli Attentati del 2001 è il comparto blend il più premiato (-5,92%).  

Dopo il crollo come hanno recuperato i quattro mercati considerati?

Per la fase di Ripresa abbiamo considerato i seguenti intervalli temporali:

  • Bolla internet – 2000: 01/10/2002 -30/06/2007;
  • Fallimento Lehman Brothers: 10/03/2009 - 04/07/2011;
  • Crisi del debito sovrano – 2011: 27/07/2012 - 10/06/2014;
  • Guerra commerciale – 2018: 08/10/2019 - 23/01/2020;
  • Coronavirus – 2020: in relazione a questa crisi i tempi non sono ovviamente maturi per poter parlare di ripresa. La maggior parte degli analisti concorda sul fatto che i mercati azionari con i minimi di febbraio e marzo 2020 abbiano ormai raggiunto il bottom. Andiamo quindi solo a verificare quali sono stati i risultati dei mercati nell’ultimo mese dal 16/03/2020 - 15/04/2020.  

Se, da un lato, le small cap risultano complessivamente le più penalizzate (fa eccezione la Bolla Internet come abbiamo visto), dall’altro lato, risultano anche le più performanti nelle successive fasi di ripresa. L’Europa value e le small cap sembrano essere i mercati più reattivi nel momento della ripresa mentre per il mondo growth e i fondi blend la ripresa risulta meno accelerata.

Nel caso di questa crisi sanitaria nell’ultimo mese (dal 16/03/2020, giorno dei minimi, al 15/04/2020) l’Azionario Europa Growth è il comparto con la miglior performance (+9,37%) seguito dai blend (+8,39%), dai value (+7,37%) e, infine, dalle small cap (+6,68%).

Testiamo adesso cosa sarebbe accaduto ad un investitore, estremamente sfortunato, che abbia deciso di investire nei mercati europei esattamente il giorno dell’inizio di ciasuna delle crisi considerate. Fatto 100 l’investimento iniziale dopo quanti giorni il nostro investitore sarebbe rientrato nel capitale investito annullando quindi le perdite subite? È evidente che lo scenario che stiamo prendendo in considerazione è estramente avverso perché l’investitore non entra nel durante della fase ribassista bensì nel punto di massimo dei mercati, prima dell’inizio del tracollo, e pertanto verrà travolto totalmente dall’impeto della discesa.

Se ci focalizziamo sui singoli eventi la Bolla Internet del 2000 sarebbe stata senza dubbio la più devastante: in media sarebbero stati necessari 2860,75 giorni per recuperare le perdite subite, con l’Europa value che sarebbe rientrata nel capitale dopo oltre 5 anni (22/07/2005, dopo 1939 giorni) e l’azionario growth addirittura dopo oltre 13 anni (il 16/09/2013, dopo 4917 giorni). Nelle successive crisi considerate il tempo si accorcia notevolmente: investendo 100 euro il 15/09/2008, giorno del fallimento di Lehman, il recupero totale sarebbe avvenuto mediamente dopo 684,25 giorni (poco meno di due anni) con le small cap che avrebbero garantito un rientro in un arco temporale inferiore (1 anno e 3 mesi circa). Passando alla Crisi del debito sovrano il tempo di recupero medio si accorcia ulteriormente a 411,5 giorni: in questo caso sarebbe stato il comparto growth a garantire un rientro più immediato dopo 247 giorni. Nella più recente Guerra commerciale del 2018, investendo 100 euro il 03/10/2018, il recupero del capitale sarebbe avvenuto mediamente dopo 249,5 giorni: le small cap avrebbero richiesto un tempo decisamente più lungo di 408 giorni (oltre il doppio degli altri segmenti), il mercato più veloce nel recupero sarebbe stato il value con 191 giorni. 

Quanto tempo sarà necessario per recuperare le perdite di questa nuova crisi? Non possiamo ovviamente saperlo e l’interrogativo rimane aperto. Al momento, dal 16/02/2020 al 15/04/2020, dopo 59 giorni dall’inizio della tempesta nei mercati finanziari in concomitanza con la difffusione del virus al di fuori dei confini cinesi, le performance dei mercati europei sono quelle riportate nella tabella. Dai minimi del 16/03/2020 i mercati hanno dato diversi segni di rimbalzo grazie alle notizie positive circa il contenimento della curva epidemiologica e grazie alle politiche espansive messe in atto dalle autorità fiscali e monetarie. Per quanto la ripresa possa essere anche veloce è sicuramente certo che la strada verso il recupero totale di un ipotetico investimento di 100 euro il 19/02/2020 non sarà certo brevissima. 

Da Luigi Carta - Analyst and Sales presso Quantalys Italia.