Rassegna Stampa #Crisi2020 – 6 - 10 aprile

Pubblicato il 10/04/2020 - Alessia Vicario & Luigi Carta
La Rassegna Stampa Quantalys: in un'unica pubblicazione le posizioni delle varie SGR e le notizie/analisi di interesse in questo scenario di crisi.

La posizione delle SGR

 

Morgan Stanley: il rally di fine Marzo è solo temporaneo

Il primo trimestre è stato un periodo di eccessi. Lo S&P 500 ha subito il declino più veloce della storia rientrando in una fase ribassista in soli 16 giorni. Nonostante le impressionanti politiche fiscali e monetarie messe in atto da governi e banche centrali, il rally registrato a fine marzo è solo temporaneo. Anche i fondi sovrani potrebbero avviare le vendite a causa del calo del prezzo del petrolio. Nel breve termine i mercati toccheranno nuovamente i precedenti minimi anche se il profilo rischio rendimento sul lungo periodo è migliorato.

Sul sito morganstanley.com l'ultimo aggiornamento di mercato del team GBar di Morgan Stanley condiviso da Laura Biancato 

 

Morgan Stanley: Rimbalzo ad U e non a V

Fino a quando non ci sarà un coordinamento globale del settore sanitario tutti i benefici fiscali e monetari non avranno gli impatti sperati. Sulle previsioni e le prospettive degli utili c’è un ampio consenso da parte degli analisti su una flessione negli EPS nel secondo semestre che sarà supportata da un rimbalzo importante nella seconda fase dell’anno quindi una previsione di un rimbalzo a V ma secondo Morgan Stanley queste previsioni sono troppo ottimistiche e quindi è più plausibile attendersi un rimbalzo ad U e non a V. Gli aspetti che sostengono la tesi di un rimbalzo ad U e quindi più graduale sono: la flessione a livello globale delle PMI con il notevole aumento dei livelli di disoccupazione, il taglio dei dividendi e di altri costi da parte dalle aziende e la mancanza di prospettive di nuovi investimenti; gli stimoli fiscali e monetari sono molto positivi ma ci vorrà tempo prima che questi raggiungano famiglie e imprese

Gli indicatori che Morgan Stanley monitora per capire quando tornare ad avere un’esposizione azionaria significativa in portafoglio sono: il posizionamento e le valutazioni che hanno raggiunto livelli estremi ma per le quali ci si aspetta che andranno a toccare nuovamente i minimi, il tempo necessario per vedere gli effetti delle politiche monetarie e fiscali e l’appiattimento della curva dei contagi che si è verificata in alcuni paesi come l’Europa ma non ancora negli stati uniti. Guardando questi elementi secondo Morgan Stanley è ancora prematuro tornare sul mercato. A livello di portafoglio è stata aumentata la duration, ridotta l’esposizione ai mercati high yield e sottopesato il debito in valuta locale dei paesi emergenti colpiti da un triplice shock: recessione globale, pandemia e debolezza del prezzo del petrolio nonché da problemi del sistema sanitario.

Sul sito morganstanley.com l’aggiornamento completo del team GBaR in merito alle ultime prospettive di mercato e al posizionamento di portafoglio alla luce del diffondersi dell’impatto del coronavirus. 

 

Amundi: Marzo 2020 ci sono decenni in cui non accade nulla e settimane in cui accadono decenni

In un contesto di crescente volatilità derivante dalla diffusione a livello globale del Covid-19 (a fine marzo + 860.000 morti) fatta eccezione per oro, titoli di stato americani e alcune valute rifugio – dollaro, yen giapponese – tutte le attività hanno registrato importanti perdite. Da inizio anno lo S&P ha perso il 20%, i mercati azionari europei il 23% e i mercati emergenti globali il 14%. Vi è stata una correzione generalizzata ma i settori più colpiti sono stati: le compagnie aeree, il settore bancario, il settore alberghiero, l'energia, il settore automobilistico e le banche. La linea di demarcazione di performance corrisponde al tradizionale divario tra settori ciclici e difensivi. Il dollaro si è riportato verso lo yen e verso l’euro mentre si è apprezzato nei confronti delle valute locali emergenti. Il petrolio ha visto un crollo del quasi 55% da inizio anno dovuto alle dinamiche tra domanda (ridotta dal lockdown globale) e dall’offerta (improvvisa decisione di aumentare la produzione) Sul fronte delle politiche i governi hanno adottato misure di contenimento con modalità e tempistiche diversi mentre le banche centrali sono passate a politiche ultraaccomondanti. I mercati tenderanno ad anticipare questo ciclo di ripresa ma per il momento Amundi si aspetta che rimangano volatili anche perchè il mondo di domani potrebbe essere molto diverso da quello che conoscevamo ieri.

Sul sito Amundi.it  l'aggiornamento mensile completo del team Strategy e Research   

 

Anima: gestione attiva per ripartire

Cautela sull'azionario e sui settoriali è stata questa la strategia che ha guidato Anima dall'inizio dell'emergenza che adesso punta alla gestione attiva. Per gestire le fasi di mercato eccezionali come queste è necessaria la flessibilità che può essere attuata con una gestione attiva e non con una gestione passiva che non può reagire e prevedere il cambiamento. I settori vincitori saranno la tecnologia, le telecomunicazioni l'e-commerce le attività legate allo smart working, la salute ed il digitale, i vinti saranno i trasporti, la ristorazione, il turismo e i paesi emergenti. 

Sul sito  Animasgr.it l'intervista completa di Lars Schickentanz, Responsabile Divisione Alpha Strategies che spiega a Milano Finanza l'approccio di gestione adottato sui fondi azionari e in particolare su Anima High Potential Europe. 

 

Pictet: ancora prudenza

Pictet punta ancora alla prudenza con una posizione neutrale su azioni e obbligazioni. A livello geografico continua a privilegiare gli emergenti. A livello settoriale punta a sovrappesare il settore sanitario ed il settore delle comunicazioni che offre caratteristiche e opportunità simili al settore della tecnologia ma ad un prezzo più conveniente, positivi anche sui titoli finanziari. Sul fronte del debito societario statunitense ed europeo investment grade Pictet modifica l'esposizione da sottopesata a neutral mantiene invece una posizione di sottopeso sull'high yield sia statunitensi che europeo

Sul sito Pictet la panoramica mensile sull'asset allocation di Aprile 2020. 

 

Invesco: le posizioni di alcuni gestori su come posizionare i portafogli in tale contesto: settore IT e sanità, strategia risk parity, titoli dividend value e obbligazioni investment grade

George Evans Chief Investment Officer Global Equities: i prezzi di mercato sono il riflesso degli effetti a breve termine del coronavirus e della guerra dei prezzi del petrolio. L’effetto sulla crescita a breve sarà terribile ma non si tratta di un danno benesi di un effetto disruptive perché il sistema finanziario è intatto. Il coronavirus ha accelerato i trend, ad es. per effetto dello smartworking osserveremo un incremento delle spese in software e hardware informatico. Aumento anche nelle spese nella sanità. Ricorda che in fasi di mercato come questa (rare) storicamente si sono create opportunità di acquisto a prezzi interessanti.

Secondo Scott Wolle Head of Systematic and Factor Investing l’incertezza legata al coronavirus e alle sue conseguenze accresce l’attrattiva della strategia risk parity basata sulla diversificazione economica ponderando all’interno del portafoglio le diverse asset class – azioni, obbligazioni, materie prime – in modo tale che ognuna apporti al portafoglio un medesimo livello di rischio consentendo agli investitori di fruire dei rialzi e difendersi dai ribassi. Nei prossimi mesi sarà fondamentale puntare sulla disciplina e sulla diversificazione.

Secondo Meggan Walsh Senior Portfolio Manager & Head of the Dividend Value Team i titoli dividend value possono svolgere in questo momento un ruolo importante in portafoglio consentendo un potenziale apprezzamento del capitale e del reddito corrente ma è importante considerare e analizzare  i bilanci societari

Per Matt Brill Head of US Investment Grade, Invesco Fixed Income le politiche monetarie hanno contribuito a stabilizzare i mercati delle obbligazioni investment grade colpiti a marzo da problemi di liquidità con la riduzione degli acquirenti ma sui quali ci sono delle opportunità grazie agli impegni della FED.

Sul sito  Invesco.it l’analisi completa dei gestori di Invesco

 

BlackRock: positivi sulla componente obbligazionaria strettamente legata agli interventi delle banche centrali; il mercato azionario ha raggiunto il bottom.

Con l’evoluzione della curva epidemiologica nei paesi industrializzati (Italia, Spagna e Germania) il mercato è giunto ad una conclusione fondamentale: il modello di Hubei è replicabile nel resto del Mondo nella misura in cui vengono applicati lockdown intensi. Il picco dei contagi viene raggiunto circa quattro settimane dopo la fase di lockdown con la graduale ripartenza economica dopo 2 mesi. Rimane il rischio delle ripercussioni di una riapertura anticipata (strada sulla quale si sta addentrando l’Austria) che potrebbe causare una nuova accelerazione del virus. Come già detto le banche centrali hanno già dispiegato tutte le misure che avrebbero potuto mettere in atto e gli interventi degli Stati nell’economia sono senza precedenti nella storia (dobbiamo guardare agli anni ’30 per avere qualcosa di simile).

L’obbligazionario strettamente legato alle politiche delle banche centrali (la componente corporate, investment grade e gli high yield di alta qualità) rimane il più appetibile in quanto l’obiettivo sia delle autorità monetarie sia dell’autorità fiscali sarà quello di non far fallire queste aziende. Il debito emergente mostra segni di recupero molto più deboli per la difficoltà nel trovare un compromesso tra ripresa economica e stabilità finanziaria con un probabile ed inevitabile intervento del fondo monetario internazionale.

Il mercato azionario nelle ultime sedute è stato caratterizzato da una rapida ripresa. Le crisi si distinguono sempre in fasi e il rally di oggi riflette la prima fase legata al contenimento del virus. Sicuramente il mercato azionario ha raggiunto il bottom e non vedremo nuovi minimi ma probabilmente neanche una ripresa lineare poiché nel breve e medio termine si sconteranno le ripercussioni economiche con il settore privato (sia imprese che consumatori) che si vedrà costretto a bruciare cash in quanto potrà far fronte alla crisi solo riducendo il risparmio.

Dal punto di vista dei settoriali la preferenza ricade su quei settori che combinano crescita e ciclo come la tecnologia.

Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock Italia, espone la posizione di BlackRock nella rubrica Flash Mercati disponibile qui.

 

Eurizon Asset Management: i mercati hanno ormai scontato il peggio.  

Quello che stanno vivendo i mercati è un periodo di transizione. La volatilità scende dopo i picchi di fine febbraio grazie alla combinazione di due tipi di informazioni: una marginalmente positiva e relativa alla ritirata del virus e quindi alla possibilità di contenimento dello stesso e una negativa relativa ai dati macroeconomico ma in un certo qual modo già scontata dai mercati. A dimostrazione i tassi di interesse sono scesi ma non hanno registrato nuovi minimi e le borse, dopo i minimi di fine  marzo si avviano verso il recupero che sarà, inevitabilmente e come sempre, più lento del crollo.  

Andrea Conti, Responsabile Macro Research per Eurizon Capital SGR, espone la posizione di Eurizon nella rubrica Focus Mercati disponibile qui.

 

Pimco: lo scenario di base prevede una ripresa economica ad U; dalla caduta alla ripartenza.  

L’economia globale, dopo la più lunga espansione della storia, si sta avviando verso una recessione profonda e del tutto inedita. Inedita perché non nasce, come solitamente avvenuto in passato, da squilibri economici e/o finanziari ma da un fattore del tutto esogeno al sistema economico. È la prima volta nella storia che ci avviamo ad una recessione causata da decreti governativi volti a contenere la diffusione di una crisi sanitaria e non abbiamo pertanto termini di paragone nel passato.  Il fatto positivo è che la maggior parte delle economie avanzate non presentava squilibri economici interni prima della fine del ciclo espansivo (che ormai possiamo collocare a marzo): questo dovrebbe favorire una ripresa più agevole. Inoltre la risposta delle autorità monetarie e fiscali è stata complessivamente quasi immediata e senza precedenti (le misure messe in atto ad oggi sono superiori a quelle della crisi del 2008 – 2009). In questo contesto l’economia mondiale vivrà una crisi acuta nel breve periodo e una lenta ripresa nei sei/dodici mesi quando verranno meno le restrizioni per il contenimento del virus. La ripresa è attesa a U e non a V in quanto, dopo il brusco calo che stiamo vivendo in questi mesi, le restrizioni normative verranno rimosse in modo graduale con differenziazioni nei diversi Paesi e aree geografiche. Questo comporterà una stabilizzazione prima che la produzione e la domanda risalgono per attestarsi su livelli di maggiore normalità. Rispetto a questo scenario di base i principali rischi sono legati ad una variazione della forma della curva epidemiologica e all’eventuale insolvenza di imprese ad alto livello di indebitamento. 

Come sarà il mondo post – Covid? Probabilmente assisteremo ad una accelerazione della deglobalizzazione sia per le restrizioni normative e sia perché diverse imprese rivaluteranno i modelli vulnerabili alle guerre commerciali e alle interruzioni causate da disastri naturali e sanitari. Assisteremo anche ad una crescita dei livelli di debito sia pubblico che privato.

L’analisi completa di Pimco è disponibile qui.

 

 

 

 

Da Alessia Vicario & Luigi Carta - Financial Analyst presso Quantalys Italia.